Where you can find me.

30 maggio 2014

Il funerale migliore.

Una settimana fa usciva l'ultimo episodio di MOONED.
Lo scorso weekend su Facebook si è svolto il funerale per MOONED.
Il miglior funerale del mondo. Un virtual, open, social funeral party.
C'era tanta musica...il Blocco Sequenziale Lunare di Dj Aladyn (che trovate QUI in free download)...


...e la playlist composta dal Trinchero su Spotify; e poi c'erano tanti video, vecchi e nuovi (grazie Grillotti e grazie L'uomo Senza Spina Dorsale e Max Drive); e soprattutto tanti, tantissimi omaggi, fra fumetti e foto.


Laura Fuzzi


Diego Giardino

Federico Ciacci (a.k.a. La Fabbrica di Braccia)



Valentina Dinolfo


Diego Giardino feat Giorgio Trinchero


Matteo Gregor Nicastro


Eleonora Pacciani


Tiziano Vignolini


Eleonora Pacciani feat Pierz


Giorgio Trinchero feat Elena Rolando & Aha Ska


Veruska Ceruolo


Giorgio Trinchero


Alice Signorini


Checco Frongia


Anonimo


Valentina Dinolfo, again


Checco Frongia, di nuovo


Stefania Nebularina


Athos Boncompagni


Diego Nicchi


Dennis Blutarsky


Gea Testi


Alessio Ravazzani


Samuel Daveti


Nicoletta Cannata

Non c'è mai stato un funerale come questo.
Non avete idea di quanto affetto mi avete buttato addosso.
Non saprò mai come ringraziarvi.

UPDATE

E poi la Nuke e la Menetti, così, a cose fatte, ti vengono fuori con questo.
Gnam


25 maggio 2014

Due parole su lune e quant'altro.


Quando racconti qualcosa ci sei dentro. Ci sei davvero, in pieno, totalmente. 
Vivi in quel mondo che stai raccontando, e ti ci muovi con le sue regole, respiri la sua aria.

Ho lavorato a MOONED incessantemente da febbraio 2012 a marzo 2014. Incessantemente vuol dire: ogni giorno. Più di settecento giorni sopra una piccola lunetta persa nello spazio. 
E non è l’unica cosa che ho fatto in questo lasso di tempo, e nemmeno l’unica storia che ho raccontato. Però, non appena la testa era libera, non potevo fare a meno di ritrovarmi lassù. E mi piaceva.

MOONED all’inizio era uno sbaglio: una sceneggiatura brutta e stupida per un racconto breve. Gli insulti dei colleghi dell’allora appena nata Mammaiuto (“hai il motore di una Ferrari e ci scoreggi in cortile”) e un consiglio buttato lì dal Trinchero, mentre ci urlavamo addosso su Skype (“ma fatto così è una puttanata, qui ci starebbe la camera fissa”) e BANG, era fatta, avevo capito: avrei raccontato una storia di pseudofantascienza, una serie per web a strisce, godibile a pezzi ma ancor più nella sua interezza; che fosse anche una riflessione sulla condizione umana e universale di ignoranza e fragilità; un’esplorazione della fantasia e del medium fumetto; un viaggio leggero nell’inutilità della speranza e della solitudine.
Tutto fu calcolato al millesimo e la storia si è svolta alla perfezione, secondo i piani.
Bello, eh?

Cazzate.
MOONED è stata una continua sterzata in quello che la realtà mi propinava giornalmente e che io vendevo, rimpastato, ai lettori di Mammaiuto.it su un bancone appositamente lucidato.
Ho messo così tanto di me dentro la serie, così tanti pensieri e desideri e tensioni e paure ed epifanie e mancanze ed esperienze, da non riuscire più a distinguere nettamente chi era alla guida del carrozzone.
Col senno di poi, sembra quasi che sia venuto tutto fuori da sé: per quanti piani, progetti e riscritture facessi, Rico, la luna e Malzy andavano per i cazzi loro. Non volevano farsi imbrigliare. Era come se le venti vignette che compongono ogni tavola fossero già lì, incise sui fogli, salvate su Photoshop, pronte per essere messe sul web.
Nonostante tutto, è stata una faticaccia.

In questi due anni ho vissuto di tutto. Di tutto, credetemi. Come ha potuto questo non cambiare in corsa la storia e ciò che volevo dire con essa, se ne facevo parte ad un livello così reale?
Be’, secondo alcuni lettori la serie racconta l’incapacità per l’uomo di imparare.
Secondo altri, è un’archivio anarchico e inconsapevole di nozioni metanarrative.
Secondo altri rappresenta la mia condizione di staticità psicofisica, un modo di esorcizzare blocchi e catene di cui non posso liberarmi nel reale.
Ognuno ci ha letto e visto un po’ quello che voleva.

Ora vi dico come la vedo io, in breve: Rico è il Presente; Malzy il Futuro e la luna il Passato, l’insieme di tutte le esperienze che portano un uomo ad essere quello che è.
Oppure: Rico è la Vita; la luna la Morte e Malzy la Speranza.
Oppure ancora: Rico è la Paura; Malzy è la ricerca della Verità e la luna è la Terra, la rugginosa bugia da cui non possiamo scendere.
Bello, eh?

Cazzate, Di nuovo.
MOONED è tutto quello che volete. E’ roba vostra, non mia. Una volta uscita dalle dita questa è tutta roba vostra, se vi piace. E io un po' ci spero.

MOONED è, a conti fatti, quello che avrei voluto che fosse. Giuro.
E non lo sarebbe potuto diventare senza i Mammaiuti, che mi hanno tenuto sulla retta via, con i loro calci nel culo e le loro pacche sulle spalle.
Grazie a chi l’ha letto, a tutti quelli che hanno sostenuto la serie e si sono affezionati a Rico e al suo folle mondo.
Grazie a chi ha comprato i libri, a chi ci ha voluto per forza un mio disegno.
Grazie a chi ha messo la matita e il cervello al servizio di Ferris e soci.
Grazie a chi mi ha aiutato, standomi vicino, a portare MOONED a termine e ha dato spunti e idee senza chiedere nulla in cambio.

Mi mancherai, Rico Ferris. 
Bon voyage.


24 maggio 2014

Adiòs, luna.

MOONED è finito.
Qui l'ultimo episodio: buon viaggio.


21 maggio 2014

Tribute to Mooned.

L'amica Gea Testi è una lettrice di MOONED e per salutare la serie ha deciso di farmi piangere animando Rico Ferris, Casio Malzy e la loro lunetta in un tributo spaccacuore.





Sì, lo so.
Vado a comprare altri fazzoletti.

Un dj sulla luna.


Abbiamo anche il dj per il Funeral Party di MOONED, e che dj: Aladyn!
Lo troverete in console, con un Blocco Sequenziale Lunare, fatto apposta per l'evento.

Meno due giorni alla partenza...ready to party?

One beer.


Illustrazione per la catena web lanciata da La Sagra dei Fumetti in cui mi ha coinvolto il buon Pierz qualche settimana fa.

17 maggio 2014

Mooned Inertial Funeral Party.


MOONED è giunto a fine corsa: venerdì prossimo, il 23, uscirà l'ultimo gigantesco episodio del webcomic che mi ha tenuto impegnato per due lunghi e sorprendenti anni.

Il Trinchero ha pensato: perché non festeggiarne la fine? 
Diavolo, sì.
Quindi il 23 maggio 2014, dalle 14 a quando cazzo vi pare, sulla pagina Facebook dell'evento, con i mammaiuti faremo un po' di festa: chiunque potrà postare foto stupide che lo ritraggono intento a fare qualcosa di importante (o anche no) per dire: "ehi! Mooned è finito! Lunga vita a Moooned!"
Ci sarà anche un dj, un pezzo grosso, ma il nome è ancora un mistero.

Mi raccomando, non mancate. 
Anche perché la festa è a casa vostra, sareste stronzi a mancare.

Intanto su Mammaiuto è uscito il penultimo episodio, il #99. Pieno climax. Tenetevi forte.

15 maggio 2014

Weekend fiorentino.

Sabato e domenica (17 e 18 maggio) sono a Firenze per due impegni targati Mammaiuto.

Sabato sera, dalle 21, io e Checco Frongia saremo alla Biblioteca delle Oblate per ISTANT BLOGGER: primo (di sei) incontri in cui insegnamo come creare, riempire e gestire un blog di sicuro successo.
Per informazioni e prenotazioni, chiama la Biblioteca delle Oblate (055 2616512) o manda una mail (bibliotecadelleoblate@fi.it).



Domenica invece io, la Came, la Nuke, la Sara Menetti e Checco Frongia saremo alla "Tattoo Convention -Inchiostri Ribelli" del Next Emerson (a pochi minuti a piedi dalla stazione di Firenze Castello): dalle 15:30 comic battle e live exhibition continue. 
E c'è anche il banchetto con libri e shopper bags Mammaiuto: mica male, no?
Ci vediamo lì!


10 maggio 2014

Meno due.


Fra due settimane finisce MOONED.
Reggetevi forte.

5 maggio 2014

Ri-tratti.


"Ri-tratti" è un libro di Simone Florena, a cura di Alino e Claudio Curcio e pubblicato da Comicon Edizioni, che raccoglie cinquanta foto, cinquanta primi piani di altrettanti fumettisti.
Come vedi sopra, ci sono pure io.

La mostra è rimasta esposta per tutti e quattro i giorni del Napoli Comicon 2014.



3 maggio 2014

Cento giorni a Napoli.

Che poi erano due, praticamente uno e mezzo, ma sono sembrati cento.
Una volta o l'altra ve ne parlo.